La diagnosi di malattia emorroidaria si formula tipicamente grazie a un visita medica.
Un esame visivo dell'ano e della zona circostante può essere in grado di diagnosticare le emorroidi esterne o un prolasso.
Un esame rettale può essere effettuato per individuare eventuali tumori del retto, polipi, un'ipertrofia prostatica o la presenza di un ascesso.
Questo esame può non essere possibile senza un'adeguata sedazione a causa del dolore,
anche se la maggior parte delle emorroidi interne non appaiono dolorose. La conferma visiva delle emorroidi interne può richiedere un anoscopio, uno strumento dotato di un tubo cavo con una luce posta a un'estremità.
Vi sono due tipi di emorroidi, interne ed esterne, che si differenziano per via della loro posizione rispetto alla linea pectinea.
Alcuni pazienti possono presentare contemporaneamente forme sintomatiche di entrambe.
Se il dolore è presente, la condizione più probabile è che vi sia una ragade anale o delle emorroidi esterne piuttosto che emorroidi interne.
Le emorroidi interne sono quelle che hanno origine al di sopra della linea dentata. Sono ricoperte da epitelio colonnare che è privo di recettori del dolore.
A partire dal 1985, esse vengono classificate in quattro categorie, differenziate in base al grado di prolasso:
- Grado I: Solo interne, no prolasso. Possono sanguinare ma, generalmente, non provocano dolore.
- Grado II: Aumento di volume, tendono a prolassare. Si riducono e rientrano spontaneamente.
- Grado III: Prolasso spontaneo all'esterno. Richiede riduzione manuale.
- Grado IV: Prolasso stabile all'esterno che non può essere ridotto manualmente.
Le emorroidi esterne sono quelle che si verificano al di sotto della linea dentata. Esse sono coperte prossimalmente da derma dell'ano e distalmente dalla pelle, entrambe le quali, sono sensibili sia al dolore sia alla temperatura.